Come gli eventi meteorologici estremi hanno fatto vacillare la 4a economia mondiale nel 2018
Sarebbe un errore pensare che le conseguenze macroeconomiche dei cambiamenti climatici si materializzeranno solo in futuro. Gli impatti economici dei cambiamenti climatici sono in realtà già molto visibili oggi. Uno degli esempi più significativi del 2018 ha riguardato la Germania, la quarta economia più grande del mondo, che ha visto la sua crescita economica gravemente colpita da eventi meteorologici estremi.
Pubblicato il 27 giugno 2019
Il 2018 è stato l’anno più caldo in Germania dal 1881, anno a partire dai cui i dati climatici sono stati misurati con regolarità. Inoltre, nel 2018 ci sono state pochissime piogge in Germania: le precipitazioni registrate nei sei mesi da giugno a novembre – di solito il periodo più piovoso dell’anno – non sono mai state così basse dal 1881. La diretta conseguenza di questa mancanza di precipitazioni è stata una forte riduzione del livello dei fiumi tedeschi: Reno, Elba e Danubio. In particolare, il livello del Reno a ottobre e novembre si attestava a livelli estremamente bassi, mai visti fino ad allora. Il calo del livello del Reno non è un evento raro, ma l’avvenimento più sorprendente del 2018 è stato il perdurare della siccità, che ha provocato un abbassamento del livello del Reno per oltre due mesi. Come vedremo, ciò ha seriamente compromesso il trasporto delle merci sul Reno poiché il trasporto fluviale rappresenta il 10% del trasporto totale delle merci in Germania.
Il Reno copre i due terzi dei volumi trasportati dalle vie navigabili interne in Europa, vale a dire 186 milioni di tonnellate di merci nel 2017. Inoltre, a differenza della maggior parte degli altri fiumi europei, il trasporto di merci sul Reno è molto diversificato: prodotti petroliferi, carbone, prodotti chimici, ecc. Ciò dimostra l’importante ruolo che il Reno svolge per l’economia tedesca.
L’abbassamento del livello delle acque al di sotto di alcune soglie critiche ha avuto ripercussioni negative in molti settori di attività e in particolare nel trasporto per vie navigabili interne, nella produzione di energia, nell’industria e nell’agricoltura.
I bassissimi livelli di acqua raggiunti dal Reno a novembre e dicembre (meno di 10 centimetri a Emmerich nella Renania settentrionale-Vestfalia), hanno comportato una riduzione del carico sulle chiatte che risalgono il fiume di circa il 75% rispetto ai carichi normali. Alcuni trasporti di merci nell’alto Reno tra Kaub e Basilea hanno dovuto addirittura essere completamente fermati per quasi un mese. Nel “profit warning” dell’8 novembre, il gruppo siderurgico Thyssenkrupp ha menzionato, tra le altre spiegazioni, gli effetti negativi dei ritardi nella fornitura delle materie prime. Il calo dei livelli delle acque e di conseguenza dei livelli di carico hanno comportato aumenti significativi dei costi di trasporto.
Il Reno è una via particolarmente utilizzata per i flussi petroliferi liquidi dall’hub Amsterdam-Rotterdam-Anversa verso l’interno dell’Europa. Normalmente 100.000 tonnellate di gasolio vengono trasportate ogni settimana da Rotterdam alla Germania. Con le difficoltà di trasporto riscontrate, le scorte petrolifere sono aumentate nei Paesi Bassi e si sono registrate carenze di carburante in Lussemburgo, Germania, Francia e soprattutto Svizzera. Per la quarta volta in 40 anni, il governo tedesco ha persino dovuto attingere alle sue riserve strategiche di benzina per evitare interruzioni dell’offerta.
L’industria chimica, che rappresenta l’8% del fatturato totale dell’industria tedesca, ha registrato un calo del 10% tra settembre e dicembre. L’industria chimica si avvale del Reno sia per il trasporto di materie prime e prodotti finiti, sia per il raffreddamento dei suoi impianti produttive. Tuttavia, le restrizioni al prelievo di acqua per il raffreddamento decise dalle autorità hanno portato a significativi rallentamenti della produzione o addirittura alla chiusura totale di alcune fabbriche.
Anche le case automobilistiche tedesche hanno riferito di interruzioni della produzione legate al livello del Reno, che hanno aumentato le difficoltà già riscontrate dal settore in relazione al rallentamento della domanda cinese e al cambiamento normativo (WLTP). Duisburg, il principale porto del Reno, ospita sia il più grande centro di ricambi del gruppo Audi sia il centro logistico di Volkswagen.
Infine, il calo del livello del Reno ha avuto un impatto anche sulla produzione delle centrali idroelettriche (a causa della minore portata) e delle centrali a carbone (a causa della fornitura di carbone e delle restrizioni sull’uso dell’acqua per il raffreddamento).
Di conseguenza, l’insieme di interruzioni della produzione legate al basso livello del Reno ha rappresentato uno shock negativo significativo a livello macroeconomico nel 3° e 4° trimestre. L’Institute for the World Economy tedesco ha stimato una crescita trimestrale dello 0,2% nel terzo trimestre e dello 0,1% nel quarto trimestre. In altre parole, l’attività economica non si sarebbe contratta in Germania nel terzo trimestre se il livello del Reno non fosse stato così basso (la crescita è stata del -0,2% nel terzo trimestre). Inoltre, il calo del livello delle acque è stato così forte ad ottobre e novembre che si potrebbe ritenere che l’effetto sia stato ancora più forte nel quarto trimestre. Le condizioni meteorologiche estreme sono costate alla Germania almeno 0,3 punti di crescita nel 2018.
La siccità della seconda metà del 2018 ha mostrato i limiti delle infrastrutture tedesche e la mancanza di alternative per quanto riguarda il trasporto di merci in caso di forte calo del livello del Reno. La progettazione di infrastrutture future e la manutenzione di infrastrutture esistenti dovranno quindi tenere conto della possibilità di eventi climatici estremi. Questo esempio, e in particolare le conseguenze relativamente inaspettate e gravi per l’economia tedesca nel 2018, illustra perfettamente le sfide che il cambiamento climatico pone all’economia globale.
— Juliette Cohen, team di strategia, CPR AM